I mulini a vento delle saline di Trapani: a cosa servono

I mulini a vento delle saline di Trapani: a cosa servono

Trapani/Nubia

I mulini a vento si stagliano imponenti tra le vasche salate nel panorama delle saline di Trapani. Questi giganti di pietra che dominano il paesaggio della salina sono diventati nel tempo uno dei simboli più riconosciuti di questo luogo magico.

Introdotti dal 1750 circa grazie all’ammodernamento industriale della produzione del sale, i mulini a vento delle saline di Trapani sono costruiti in tufo di Favignana ricoperto da una malta chiara e robusta. Nella parte alta della loro forma a tronco di cono si trovano le pale (tradizionalmente 6) che un tempo catturavano la forza del vento per mettere in moto il meccanismo di ingranaggi all’interno della struttura del mulino.

Prima di allora i processi in cui furono impiegati i mulini venivano svolti attraverso la trazione animale. Questi processi sono sostanzialmente due: il trasferimento dell’acqua tra le vasche della salina e la macina del sale. I mulini a vento di Trapani lavoravano in maniera diversa a seconda della funzione a cui erano predisposti.

Mulini a vento per il sollevamento dell'acqua

I mulini utilizzati per lo spostamento dell’acqua in salina si trovano solitamente tra una vasca e l’altra della salina. Era costruzioni di dimensioni medie, e servivano sia per riempire le vasche che per asciugarle. In primavera infatti, i mulini a vento pompavano l’acqua delle piogge invernali fuori dalla salina e, dopo la pulitura, l’acqua del mare veniva pompata all’interno.
Ad ogni cambio di vasca i mulini si attivavano per trasferire quest’acqua sempre più salata da una parte all’altra della salina.

L’ingresso o l’uscita dell’acqua attraverso i mulini avveniva tramite la semplice apertura (o chiusura) di portelli posti all’interno della struttura, coadiuvati da un ingegnoso congegno chiamato Vite di Archimede.

La Vite di Archimede è un’opera ingegneristica dell’inventore siracusano da cu prende il nome. Si tratta di un grande tubo in legno e ferro composto all’interno da un’anima centrale attorno alla quale sono avvolte spirali dalla superficie concava. La Vite di Archimede veniva posizionata orizzontalmente sotto il mulino, in posizione leggermente inclinata e con le due estremità poste in corrispondenza di due vasche diverse.

Attraverso un prolungamento esterno dell’anima sulla parte più in alto, la vite veniva agganciata al meccanismo del mulino a vento, che le permetteva di ruotare con l’estremità più in basso sul pelo dell’acqua. Grazie alla rotazione e al sistema di spirali interne, l’acqua veniva trasferita da una vasca all’altra con facilità, lasciando che nel trasferimento i sedimenti fangosi e i residui dell’acqua non entrassero nelle nuove vasche.


L’innovazione a metà ‘900: i mulini a vento "americani"

Negli anni ’60 nuovi ammodernamenti arrivano a modificare la struttura dei mulini a vento in salina per il pompaggio dell’acqua. Mentre le pale dei mulini venivano smontate in prossimità dei mesi invernali, il cilindro a qui queste strutture venivano collegate, tipicamente realizzato in legno, rimaneva esposto alle intemperie e spesso subiva cedimenti. Sostituire un elemento meccanico così complesso e costoso era spesso uno sforzo economico non indifferente.

Alla ricerca di soluzioni più efficienti, vennero importati modelli di mulino a vento realizzati con pale ed elementi meccanici in acciaio. Nello specifico, il nuovo modello di Mulino “Americano” richiedeva meno elementi motori ed era fornito di 24 pale per la cattura della forza del vento. Queste modifiche migliorarono le condizioni di lavoro dei mulinai e ridussero le spese di manutenzione dei meccanismi.

 

Mulini a vento per macinare il sale

A differenza dei mulini per l’acqua, i mulini a vento per il sale sono maestose costruzioni di dimensioni notevoli, costruiti sopra grandi rimesse e magazzini per essere più vicini possibili al luogo di raccolta e stoccaggio del prodotto.

Internamente, il mulino è composto da un sistema di ingranaggi e un albero che trasferisce la forza motrice delle pale mosse dal vento alla parte bassa della struttura. Qui, due pietre calcaree posizionate una sopra l’altra fungono da macina: con un imbuto il sale raccolto veniva versato dall’alto al centro della pietra superiore (cavata internamente).

Questa pietra, in movimento rotatorio su quella inferiore ferma, macina il sale che fuoriesce lateralmente attraverso l’attrito. Da qui il sale macinato veniva raccolto in una tinozza, pronto per essere stoccato in magazzino.

Con questa operazione di macina si produceva un sale grosso utilizzato per la salatura dei pesci o per la conservazione, mentre il sale fino veniva prodotto in casa al mortaio da questa base a grana più spessa.

 

Visitare un vero mulino a vento con Saline Culcasi

Gli affascinanti giganti delle saline sono ormai in disuso e rari da trovare. Saline Culcasi a Nubia (TP) custodisce un tesoro nel tesoro. L’antico baglio seicentesco insieme al suo mulino a vento da macina sono conservati perfettamente.

All’interno del mulino, è possibile visitare il Museo del Sale, una collezione di strumenti da lavoro e testimonianze fotografiche storiche che raccontano la lavorazione del sale nei secoli e la vita in salina degli uomini e delle donne trapanesi.

La famiglia Culcasi potrà guidarti alla scoperta delle tradizioni trapanesi legate al sale e alla sua produzione in questo viaggio dentro la storia del territorio. Puoi visitare il museo e il mulino contattandoci come preferisci.

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